La proposta di trekking someggiato nei Parchi Naturali della Val di Susa
Una proposta di trekking attraverso i Parchi Naturali della Valle di Susa – 9 giorni, 4 notti
Un trekking attraverso 3 Aree Protette del Nord Italia, in compagnia degli asini: un modo molto naturale di viaggiare poiché combina l’escursionismo con la relazione con gli animali!
Grazie ad una frequentazione molto bassa il territorio attraversato permette di trovare la pienezza di un’escursione in montagna: silenzio e panorami.
Nonostante la distanza molto ravvicinata della città di Torino, il territorio è moderatamente visitato e offre agli escursionisti la possibilità di ammirare una fauna variegata: marmotte, aquile reali, camosci, mufloni, stambecchi, cervi, galli forcelli e lupi!
Inoltre, per i buongustai e gli amanti della cultura: formaggi tipici, villaggi tipici addossati sulle pendici della montagna, una Certosa fondata nel XIII secolo, e la più grande fortezza delle Alpi. Ancora: la più famosa strada militare delle Alpi Occidentali ed è la via militare più alta d’Europa, raggiungendo i 2550 m presso la Testa dell’Assietta.
Infine, il monumento simbolo della Regione Piemonte, nonché il luogo di ispirazione dello scrittore Umberto Eco per il suo bestseller “Il nome della Rosa”, la Sacra di San Michele. Un’antichissima abbazia costruita tra il 983 e il 987 in cima al Monte Pirchiriano, a 40 km da Torino. Dalla cima dei bastioni, il panorama sulla valle di Susa fino alla capitale del Piemonte è mozzafiato.
A chi è rivolto il trekking
Il Programma del Tour
- 1° giorno SANT’AMBROGIO – SACRA DI SAN MICHELE
Partenza dalla stazione dei treni di Sant’Ambrogio
Arrivo e sistemazione presso Cascina dei Canonici
Fu l’imperatore Federico I Hohenstaufen, meglio noto come “Il Barbarossa “ che nel 1162 diede ordine di costruire un Castello che 14 anni più tardi, nel 1176 venne terminato e la cui presenza determinò un prosperoso sviluppo del borgo di Sant’Ambrogio.
Dal parcheggio antistante la stazione ferroviaria raggiungeremo la parrocchiale di S. Giovanni Vincenzo (riedificata nel 1760 dall’architetto Vittone) e il vicino campanile con cella campanaria del 1200. Una breve rampa dietro la chiesa permette di arrivare alla Cappella di S. Rocco (XVII secolo) e all’imbocco della mulattiera selciata che, al primo tornante, costeggia il Castello Abbaziale, residenza degli abati della Sacra nei secoli tredicesimo e quattordicesimo e sede di tribunale retto dai medesimi.
Lungo il tragitto s’incontrano due fontanelle e il percorso si snoda costantemente nel bosco inizialmente meno folto e più rigoglioso dopo circa un terzo di cammino.
Un tempo, sia per la salita che per la discesa, venivano anche impiegate le “lese”, particolari slitte in legno guidate da robusti uomini. In origine usate per il trasferimento di legname, foraggio, castagne e altri frutti della montagna, le lese furono in seguito adattate anche al trasporto di persone, visto il crescente flusso turistico della Sacra di S. Michele.
Itinerario: Sant’Ambrogio VP/502 – Sacra di San Michele – Cascina dei Canonici
Dislivello in salita: +600
Dislivello in discesa: –
Tempo stimato: 2 ore di cammino
- 2° giorno SACRA DI SAN MICHELE- VILLAR FOCCHIARDO (Cascina Roland)
Ore 9,00 partenza
Ore 17,30 arrivo e sistemazione presso Cascina Roland
Fin dall’antichità la Valle di Susa è stata una delle aree privilegiate per il collegamento dell’Italia con l’oltralpe, grazie ai colli del Monginevro e del Moncenisio.
Il Medioevo ne ha sancito il ruolo di primo piano anche europeo, in quanto via di transito di mercanti, eserciti, nobili, uomini di Chiesa e pellegrini che dovevano raggiungere Roma, cuore della cristianità, o Santiago de Compostela, secolare meta religiosa.
A partire dall’Alto Medioevo è il Colle del Moncenisio a diventare uno dei punti nevralgici della scena politica europea con la prima discesa in Italia di Carlo Magno, nel 773, per la Battaglia delle Chiuse contro i Longobardi, e il matrimonio della Contessa Adelaide Manfredi con Oddone di Moriana-Savoia nel 1046, grazie al quale la dinastia sabauda entrò in Piemonte e quindi in Italia.
L’afflusso intenso di genti lungo la Via Francigena produsse una circolazione di idee e un costante scambio di saperi, lingue e religiosità che contribuirono allo sviluppo in valle di una vivacità culturale di impronta europea: sorsero monasteri di notorietà internazionale come la Sacra di San Michele accanto a luoghi di culto di estremo fascino come le Case Certosine di Monte Benedetto e Banda.
Itinerario: Cascina dei Canonici – SF/561 – SF/504 – borgata Folatone – borgata Cresto – Villarfocchiardo
Dislivello in salita: +100
Dislivello in discesa: -600
Tempo stimato: 8 ore di cammino
- 3° giorno VILLAR FOCCHIARDO (Cascina Roland) – RIF. GEAT Valgravio
Ore 9,00 partenza
Ore 16,30 arrivo e sistemazione presso il rif. Valgravio
Osservati da Torino e dalla sua cintura, i monti del Parco Naturale Orsiera Rocciavré infondono un’ingannevole impressione di “portata di mano”. Lo strumento giusto per apprezzarne la dimensione non è però lo sguardo ma i passi: solo il camminare svela il “raggiro”, permettendo di scoprire che i suoi valloni non sono semplici rughe sull’orizzonte ma occasioni di viaggio. Inattese e impensabili.
I nostri fidati compagni di viaggio saranno gli asini: aspetteranno se qualcuno rimane indietro, parteciperanno alle chiacchiere e alle discussioni, raglieranno per salutare o se si sentiranno trascurati. Per molti potrà essere una rara occasione per avvicinare questi animali che dimostrano una stupefacente familiarità con l’uomo (soprattutto con i bambini) oltre che una intelligenza e una sensibilità insospettata.
Itinerario: Villarfocchiardo – 506 – Certosa di Montebenedetto – SF/522
Dislivello in salita: +1000
Dislivello in discesa: –
Tempo stimato: 6-7 ore di cammino
- 4° giorno RIF. GEAT Valgravio – RIF. SELLERIES per il Colle di Malanotte (2587 m s.l.m.)
Ore 9,00 partenza
Ore 16,30 arrivo e sistemazione presso il rif. Selleries
Monti dell’Orsiera Rocciavrè: non tragga in inganno la vicinanza alla città. Montagne per amatori, che al di là degli ameni tappeti erbosi e ombrosi boschi con cui si offrono agli estimatori del pic nic domenicale, nascondono un ambiente affatto banale, da misurarsi con il metro della curiosità e conoscere con lo strumento dei passi.
Dal fresco versante della Valsusa al solatio versante della Val Chisone. Esordio nel cono d’ombra della Cristalliera, che si abbandona camminando a mezz’aria sul panoramico traverso che dal colle di Malanotte raggiunge il colle del Sabbione valico top del viaggio e occasione di sosta e di riflessione. Come un ago magnetico, lo sguardo va subito a settentrione, calamitato dalla piramide del Rocciamelone. Poi piega oltre l’apertura del Moncenisio, per proseguire il gemellaggio visivo con i parchi d’oltralpe: è ora il turno della Vanoise, che si presenta al meglio con il gran lenzuolo del Dôme de Chasseforêt, promessa di meraviglie glaciali.
Itinerario: rif. Geat Valgravio – 512 – 506 – 508 – 338 – 337
Dislivello in salita: +1200
Dislivello in discesa: -550
Tempo stimato: 6-7 ore di cammino
- 5° giorno RIF. SELLERIES – posto Tappa gta Pzit Rei
Ore 9,00 partenza
Ore 16,30 arrivo e sistemazione presso l’Agriturismo Pian dell’Alpe
Tappa per assaporare il “formaggio delle viole” lungo il sentiero ad esso dedicato: il sentiero del plaisentif. Una lunga traversata a mezza quota – dalla val Troncea al rifugio Selleries – collega borgate e alpeggi caratteristici dell’alta Val Chisone, recuperando i sentieri e le mulattiere che venivano percorsi giornalmente dai montanari. Un’esperienza unica, a contatto con il “vero” mondo della montagna, tra case tradizionali, fontane, forni e meridiane, tra passato e presente. Un sentiero facile e senza grandi dislivelli, adatto alle famiglie e agli escursionisti poco allenati.
La Storia ci tramanda che nel settembre 1574 il re di Francia Enrico III di Valois, richiamato in patria per successione al trono, viene accolto trionfalmente nel Ducato di Savoia. Riconoscente, decide di dare piena attuazione al trattato di Cateau Cambresis, che sanciva la restituzione ai Savoia delle piazze di Perosa, Pinerolo, Savigliano, occupate dalle truppe francesi nei decenni passati.
Il borgo di Perosa, nuovo confine tra Delfinato francese e terre dei Savoia, apprende la notizia ma teme una chiusura dei rapporti economici e sociali con l’alta valle. La popolazione di Perosa chiede al Castellano garanzie sull’apertura dei commerci e dona alcune tome del formaggio più delizioso prodotto negli alpeggi delle alte valli: il Plaisentif, il formaggio delle viole, “più prezioso del capretto e del montone…”.
Itinerario: rif. Selleries – SP/301
Dislivello in salita: –
Dislivello in discesa: -600
Tempo stimato: 4-5 ore di cammino
- 6° giorno posto Tappa gta Pzit Rei – Rifugio Alpino Casa Assietta
Ore 9,00 partenza
Ore 16,30 arrivo e sistemazione presso il Rifugio Alpino Casa Assietta
La borgata di Cerogne era costituita principalmente da baite in cui gli abitanti di Pourrieres stazionavano portando al pascolo le bestie. Una leggenda racconta che i sassi circostanti furono fatti rotolare sull’esercito francese dai piemontese-austriaci durante l’episodio della Battaglia dell’Assietta, il 19 luglio 1747. Nel Vallone dei Morti, durante le giornate di nebbia, pare si sentono ancora le voci dei morti lasciati sul terreno quel giorno.
Risalendo il vallone si incontra La bergeria dell’Assietta, da sempre un gioiello di proprietà del Comune di Usseaux, è il pascolo più elevato di tutta al Val Chisone, inserito all’interno del Parco Regionale del Gran Bosco di Salbertrand.
La salita all’alpeggio avviene tardi rispetto ad altri pascoli: i capi giungono, infatti, soltanto a fine giugno e vi rimangono fino a metà settembre.
L’alpicoltura è una forma di nomadismo, una sorta di transumanza verticale alla ricerca di erba per il pascolo. Il limite delle abitazioni permanenti si trova a circa 1500 m di quota: al di sopra di esso i pastori si spingono solo temporaneamente durante la stagione estiva, nelle “bergerie”, costruzioni rustiche che svolgono funzione di abitazione, locale per la caseificazione e per il ricovero degli animali.
Itinerario: posto tappa Pzit Rei – SP/301- 331 – 302
Dislivello in salita: +1000
Dislivello in discesa: –
Tempo stimato: 5-6 ore di cammino
- 7° giorno Rifugio Alpino Casa Assietta – Pian del Frais (Albergo Belvedere)
Ore 9,00 partenza
Ore 16,00 arrivo e sistemazione presso Albergo Belvedere
L’altopiano dell’Assietta è capace, più di ogni altro luogo, a evocare suggestioni buzzatiane perché percorrendolo nel silenzio interrotto solo dal rumore del vento, lo spazio aspro ci orta a immaginare quelle che furono le postazioni delle truppe piemontesi in attesa che le unità nemiche francesi avanzassero lungo la strada del Monginevro.
I francesi, con una forza armata numericamente superiore, guidati dal comandante Bellisle, sferrarono l’attacco nel pomeriggio, ma furono presto decimati dai tiri dei soldati Piemontesi.
Oggi però l’Assietta può contribuire a definire qualcosa di più del luogo storico che accolse la battaglia del 1747. Al turista, allo studioso, al viaggiatore si presenta, infatti, un autentico e interessantissimo museo a cielo aperto: quei sentieri e quei percorsi militari abbandonati dall’esercito rappresentano tuttora la meta di escursioni che consentono di ammirare, oltre alle tracce lasciate dall’uomo, la straordinaria bellezza e ricchezza geologica delle nostre Alpi. La strada militare dell’Assietta fra l’altro, detiene il primato europeo per la sua altezza dal livello del mare.
Itinerario: Rifugio Alpino Casa Assietta – Gran Serin – Alpe Arguel – Pian del Frais
Dislivello in salita: –
Dislivello in discesa: -1100
Tempo stimato: 5-6 ore di cammino
- 8° giorno Pian del Frais (Albergo Belvedere) – Mattie (Agriturismo Il Mulino di Mattie)
Ore 9.00 partenza
Ore 16,30 ritorno
Una tappa affascinante tra gole profonde scavate da corsi d’acqua di indicibile capacità erosiva: in effetti ci troviamo nel territorio di Gravere! Il Comune è formato da molte frazioni, ma nessuna porta il nome di Gravere, che deriva da gravier, cioè ghiaia in francese, con chiaro riferimento alle inondazioni del torrente Gelassa, che lasciavano sul terreno enormi quantità di ghiaia.
Ed è proprio il torrente a caratterizzare da sempre la storia del paese. In passato gli stessi abitanti erano conosciuti come gelassani.
Il nome in patois è Graviere, mentre in lingua d’oc i graveresi si chiamavano Jéraso o Piera Plata (pietra piatta), che sono i residui delle pietre trasportate a valle dal rio. L’altopiano dove sorge Mattie è con ogni probabilità abitato da tempi immemorabili, come sembrano dimostrare i rinvenimenti, effettuati nel XIX, di manufatti di pietra scheggiata.
Tra questi oggetti scoperti in prossimità della borgata Grandi Tanze, si ricordano soprattutto un’ascia e un martello a mandorla con foro risalenti al neolitico; altre testimonianze sono le incisioni rupestri coppelliformi della “Pira Crëvoulà” o il menhir in prossimità della “Pera dou Rei” (Pietra del Re). Inoltre, sepolti da antiche alluvioni del Rio Scaglione, si trovano stratificati i resti della romana “Villa Menosii” e dell’abitato tardo medioevale.
Itinerario: Pian del Frais – SF/829 – Deveys – Bastia – Armona – Arnodera – Meana – SF/527 – Mattie
Dislivello in salita: -800m
Dislivello in discesa: –
Tempo stimato: 4-5 ore di cammino
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