IL ROCCIAMELONE

Non posso,  non presentarvi il nostro simbolo IL ROCCIAMELONE

A ogni altezza della Valle si staglia all’orizzonte.

Arrivando da un viaggio, ogni volta lo cerco con lo sguardo e il suo profilo mi accoglie a casa, verde d’estate, bianco d’inverno e a volte bianco fuori stagione.

Sono Cristina Alpe, ora che abito in Alta Valle, la sua vista al mattino è il mio buongiorno.

  • Dislivello: m 1200 circa
  • Località di partenza: La Riposa
  • Tempo di salita: 3 ore / 3 ore e mezza
  • Difficoltà: E

Il mio cuore e lassù

Salgo al Rocciamelone ormai da molti anni d’estate; e ora che gli autunni-talvolta anche gli inverni- sono miti, mi è capitato di andarci anche fuori stagione senza sfiorare la neve se non in pochi tratti.

La prima volta è stata con mio papà, poi ci sono tornata con amici, con mio marito, con i miei figli e da sola.

Oddio, sola si fa per dire perché sul Rocciamelone sempre tanta gente percorre i suoi sentieri da ogni versante per assaporare l’emozione di arrivare e vedere la statua della Madonna che abbraccia la Valle dal 1899.

Il percorso

Il percorso normale parte dal Rifugio La Riposa e si snoda su facili e ripidi sentieri molto tracciati, al primo bivio si può scegliere un percorso più breve o uno più lungo che porta alla Fontana Taverna, prima di ricongiungersi con l’altro.

Si passa poi per il Rifugio Cà d’Asti dove il gestore offre la possibilità di pernottare e mangiare in estate.

Da qui finiscono le praterie erbose piene di marmotte e iniziano gli sfasciumi su cui è battuto l’evidente sentiero che poreta alla croce di ferro.

Sarà per il gioco ottico e la fatica ti fano vedere la Croce sempre alla stessa distanza e sembra non arrivare mai.

Giunti alla Croce di Ferro inizia l’ultimo tratto, per me il più divertente, scavato nelle rocce, ripido come un ascensore che ti porta veloce alla vetta.

In cima la prima cosa che salta agli occhi sono i grandi baffi del busto di Vittorio Emanuele ma, alzando ancora un po’ lo sguardo la grande statua della Madonna del Rocciamelone.

Come ho detto il percorso non presenta grandi difficoltà tecniche, ma non bisogna sottovalutare che l’altitudine, la temperatura e il cambio veloce delle condizioni atmosferiche, possono rendere il sentiero scivoloso e pericoloso.

Consiglio quindi di indossare sempre abbigliamento e calzature per ripararsi dal freddo e affrontare il sentiero impervio.
Salendo al Rocciamelone non si può fare a meno di incontrare il suo custode custode Fulgido.

Fulgido è un uomo dalla folta barba e dagli occhi di cielo, come quello che nelle giornate terse sovrasta la vetta. Gestisce il Rifugio di Cà d’Asti da molti anni e con le sue mani capaci, guidate da una grande conoscenza, ha curato la ristrutturazione del rifugio cappella in vetta, del rifugio Cà d’Asti e della cappella antistante.
Merita fermarsi a fare due chiacchiere con lui per poter meglio apprezzare il luogo e la sua storia.
Ritorno sui miei passi sempre con un po’ di nostalgia nel cuore nell’attesa del prossimo ritorno.

Lungo l’itinerario descritto si trovano 3 rifugi: La Riposa, dove inizia il sentiero, Ca’ d’Asti a metà strada circa e in vetta. I primi due sono gestiti, l’ultimo è un bivacco con letti e coperte.