susa_panoramaProposte di visita a Avigliana, Susa e Novalesa con guida turistica patentata a cura di Culturalpe:
04/08/2018 Susa (guida Ludovica Govean) ore 9.30 piazza del Sole
11/08/2018 Susa (guida Pietro Giau) ore 9.30 piazza del Sole
18/08/2018 Avigliana Dinamitificio (guida Laura Grandin) ore 10 ritrovo all’ingresso
25/08/2018 Novalesa borgo e Abbazia (guida Vera Favro) ORE 9.30 al parcheggio ponte dell’abbazia
01/09/2018 Susa (guida Ludovica Govean o Vera Favro) ore 9.30 piazza del Sole

Offerta: mezza giornata € 90,00 per gruppi fino a 25 persone
Prezzo singoli partecipanti € 3,00
Prezzo famiglie (min. 4 partecipanti) € 10,00
Prenotazioni a didattica@culturalpe.it

#sirisolvecamminando: IL CORPO DI SUSA

Dove i due bracci scavati dall’antico ghiacciaio quaternario si congiungono – proprio al centro della vallata –, alla confluenza non solo dei fiumi Dora e Cenischia, ma anche delle vie di collegamento internazionale che uniscono Italia e Francia attraverso i passi del Moncenisio e del Monginevro: qui, è la “chiave d’Italia”. Susa è conosciuta non come porta, non come serratura, bensì come chiave. Presa lei, l’intera Nazione cadrebbe in mano nemica. E venne stretta, a ben guardare, dalle mani di molti: galli, romani, bizantini, longobardi e saraceni; e poi, scendendo i rivoli della storia, fu invasa da francesi e tedeschi, contesa da fascisti e partigiani. Sul corpo della città, quasi fosse una novella Elena di Troia, si sono giocate le carte delle grandi potenze, e oggi vi leggiamo le cicatrici di un’epica lunga 2000 anni. Vale la pena ripercorrerne i sentieri, partendo da piazza Savoia, antico foro romano, e addentrandoci nell’area archeologica con l’arco di Augusto, l’acquedotto e i resti del castrum. Fino all’arena, perfettamente conservata. Qui, battendo il selciato, l’eco delle gradinate sembra riverberare le voci che l’hanno popolata, generazione dopo generazione. Saltando in avanti approdiamo al cuore medievale della città: una tessitura di vicoli e di resti, di facciate in cotto e di pievi, da San Francesco fino alla verticalità della Cattedrale di San Giusto, tendente al cielo, alla luce, quasi fuggisse a ombre e sussurri che serpeggiano tra le viscere del passato.

#sirisolvecamminando: CONVERSARE QUIETEM

“In ipso loco debiant conversare quietem”, è scritto sull’Atto di fondazione dell’Abbazia di Novalesa del 726 d. C. conservato presso l’Archivio di Stato di Torino. Scrigno spirituale tra i più antichi e preziosi d’Europa, l’Abbazia sorse presso l’antica via lungo il Cenischia che sale al colle del Moncenisio attraversando i paeselli di Venaus, Novalesa e Ferrera. Il luogo di transito ne fece da subito una casa di accoglienza per pellegrini e viandanti. Mettersi in marcia tra questi silenzi immacolati dirimpetto alle balze alpine, anche oggi, si traduce in un piccolo pellegrinaggio. Percorriamo la via maestra di Novalesa, con alcune case tipiche e antichi alberghi dalla struttura ancora riconoscibile. Lasciata alle spalle la chiesa parrocchiale, al cui interno si trovano veri e propri tesori d’arte, giungiamo alla cosiddetta Casa degli Stemmi, un antico ostello medievale ora di proprietà del Comune, il cui restauro ha rivelato affreschi parietali risalenti al XV secolo. Raggiungiamo l’abbazia benedettina, accolti lungo la via dalla chiesetta di Santa Maria – antico avamposto abbaziale recentemente restaurato – lasciandoci infine andare all’abbraccio millenario del complesso monumentale.