La Pouento, l’albero della vita
San Sebastiano e il ballo della Pouento – La festa patronale di San Sebastiano ha origini antichissime. Affonda le sue radici negli antichi riti della fertilità; nell’interpretazione religiosa, rappresenta l’albero del martirio di S. Sebastiano. Probabilmente San Sebastiano fu nominato patrono di Chiomonte durante la peste del 1629-1630. La Pouento è un albero della vita, come troviamo in altri paesi della media e alta Valle. In origine era un autentico albero di conifera inghirlandato con nastri, poi trasformato negli anni, fino a renderla un grande fuso, ricoperto di nastri. Non sappiamo esattamente con quali modalità venisse anticamente celebrata la festa, ma dati sicuri li abbiamo dal 1889 in poi, quando il parroco Don Bartolomeo Franchino la rimise in auge, con l’aiuto di alcuni notabili chiomontini. La festa si tiene il 20 gennaio e la domenica più vicina a tale data, ed è la prima delle feste tradizionali del calendario valsusino. Al mattino la processione della “Pouento” parte da San Rocco portata dai Priori e dalle Priore che vestono l’abito tradizionale, accompagnata dalla banda musicale, per arrivare in chiesa dove, durante la messa, verrà benedetta unitamente alla “charità” (pane della carità). La “Pouento” viene portata durante questo tragitto in orizzontale, proprio perché non è ancora benedetta e non può ballare. Alla fine della messa, mentre alcuni Priori distribuiscono la “charità” altri, eseguono il primo ballo; segue il secondo ballo sulla piazza del Municipio. Nel pomeriggio il corteo riprende il giro per le vie del paese, i Priori, le Priore e gli Angioletti fanno ballare e ballano con” la “Pouento” a suon di musica, fermandosi in punti predisposti per il ristoro di tutti.
La festa:
San Sebastiano
20 gennaio
Caratteristiche
- Patronale
Tipo di festività - Priori, Priore, Angioletti, la Pouento
Abito tradizionale - La focaccia dolce
Cibo della festa
Il ballo della Pouento
I Priori, le Priore e gli Angioletti fanno ballare e ballano con la “Pouento” a suon di musica, fermandosi in punti predisposti per il ristoro di tutti
Gli elementi della festa
Priore, Priori e Angeli
La Pouento
La “Pouento” è a forma di fuso, alta tre metri e ottanta,, con intelaiatura in metallo leggero, montata su un sostegno tubolare che termina con quattro bracci, per consentire la presa. E’ ricoperta da una fodera a spicchi che a sua volta è totalmente guarnita da nastri di varie dimensioni e colori, ghirlande e coccarde che vengono incrementate ogni anno da quelle dei nuovi Priori e/o da quelle dei nuovi nati. A metà altezza spicca una larga fascia sulla quale appare la scritta “W. S. Sebastiano” e con lo stemma di Chiomonte.
La “Pouento” un tempo veniva montata e smontata di volta in volta, per cui la sua confezione, che richiede parecchio tempo, iniziava già ai primi di gennaio. I lunghi nastri sgargianti, di pregio, quasi tutti in seta, venivano prestati dalle famiglie del paese. Ora da più anni, tutto questo non si fa più, la “Pouento” rimane montata un anno per l’altro.I Priori che animano la festa sono in genere sette, così pure le Priore, che indossano l’abito tradizionale e gli angioletti che rappresentano angeli che scesero dal paradiso per posare sul capo di san Sebastiano la corona del martirio Gli angeli vestono abiti lunghi e bianchi , decorati con stelline argentate, un grande colletto di pizzo a coprire i lacci delle ali, collane lunghe e dorate. Anni addietro, inoltre, le loro scarpe venivano argentate con l’alluminio per le stufe e i lacci erano sostituiti da nastrini bianchi. In testa portano una coroncina di fiori e sulle spalle un bel paio di ali di cartone, decorate anch’esse con stelline. Un particolare curioso: per confezionare le ali, si presero a modello quelle dei due angeli che sono posti in alto sui cornicioni degli Altari laterali della Chiesa Parrocchiale.
Il 20 gennaio di ogni anno e la domenica più vicina a tale data, ha luogo a Chiomonte la festa patronale di San Sebastiano, con il consueto svolgimento:
- al mattino Messa solenne;
- ore 14,30 giro per le vie del paese con la “Pouento” (Punta), con fermate nei pressi delle case dei priori, che distribuiscono a tutti i presenti, vino, bevande e dolciumi;
- ore 17,30 ritrovo in Piazza del Municipio con distribuzione di vin brulé.
Luoghi della festa:
– la Chiesa parrocchiale
– piazze
– vie del paese
L’abito tipico femminile
L’abito tipico femminile delle donne chiomontine da metà ‘700 agli inizi ‘900 consisteva in una versione ordinaria e una per le grandi feste. La stoffa utilizzata per l’abito quotidiano era solitamente di “rasa”, prodotta in loco e tessuta unendo 2 fili di lana con 1 di cotone, molto pesante e di colore nero, invece per l’abito delle grandi occasioni veniva utilizzata una stoffa meno grezza, che poteva anche essere di altri colori, grigia o marrone, spesso in tessuto damascato. Questi tessuti venivano acquistati in occasione delle fiere annuali. L’abito è composto da un corpino aderente , con bottoni centrali, collo alla coreana e dietro con il classico taglio a V. La gonna si presenta liscia davanti e con numerose pieghe centrali al centro dietro,molto fitte. Il grembiule è di cotone a colori scuri e con uno scialle di cotone o di lana a seconda della stagione. Per l’utilizzo quotidiano. Nelle grandi ricorrenze il grembiule era di seta moiré, quasi sempre nero e anche lo scialle era di seta a colori vivaci con motivi floreali ricamati o già prodotti durante la tessitura e lunghe frange. Le donne portavano sempre un copricapo che poteva essere di due tipi: La courneutto, più facile da indossare, bianca o colorata nei giorni normali, d’inverno confezionata con cotone felpato e d’estate di cotone normale. La coueifo era utilizzata solo per le grandi occasioni, la festa Patronale era una “Grande Occasione”a coueigo era ed è di tulle ricamato, pizzo valencienne e organza. Sotto la cuffia vi é una sottocuffia di cotone e pizzo che serve a raccogliere i capelli e a fissare la coueifo. di seta per la “festa”. Al collo, la croce savoiarda detta Jeanette, la placco (fibbia in oro) montate su nastri di velluto e seta moirée. Le calze erano di lana.
Il costume maschile
Per l’abito maschile non possiamo parlare di un vero e proprio abito tradizionale. I Priori indossavano l’abito delle grandi occasioni, composto secondo la “moda” del periodo in cui vivevano. Sappiamo che la “moda” non cambiava velocemente come ai giorni nostri! Per cui, generalmente era composto da pantaloni, gilet e giacca nera o molto scuri, di “rasa” in tempi più antichi e di lana in tempi più recenti (1900). La camicia era di canapa e aveva il colore tipico di quel tessuto bianco/giallino. Al collo un fularino nero a mo’ di farfallino o una cravatta scura, a seconda del periodo.
Da parecchi anni i Priori hanno preso l’abitudine di indossare pantaloni e gilet di velluto o di fustagno con una camicia a quadretti, che nulla ha a che vedere con l’abito tradizionale del nostro paese. Non portano giacca. In testa hanno un cappello, tipo borsalino, di colore scuro.
L’abito degli angeli
Gli angeli vestono abiti lunghi e bianchi , decorati con stelline argentate, un grande colletto di pizzo a coprire i lacci delle ali, collane lunghe e dorate. Anni addietro, inoltre, le loro scarpe venivano argentate con l’alluminio per le stufe e i lacci erano sostituiti da nastrini bianchi. In testa portavaano una coroncina di fiori e sulle spalle un bel paio di ali di cartone, decorate anch’esse con stelline. Purtroppo con il passare degli anni anche l’abbigliamento degli Angeli è stato stravolto. Spesso i loro abiti sono azzurri, le coroncine di fiori sono state sostituite con decorazioni natalizie e poco è rimasto dell’immagine primaria dell’angelo.