Il Lajetto e le Barbuire
Tra le tradizioni culturali della montagna di Condove, nella bassa Valle di Susa, il Carnevale del Laietto è tra quelle che si perdono nella notte dei tempi. La sua realizzazione si era interrotta nei primi anni del dopoguerra, a causa dello spopolamento montano, per poi riprendere con continuità dal 2010 grazie all’Associazione culturale “Le Barbuire”.
I personaggi, in patois locale appunto “Le Barbuire”, sono assai originali e si dividono, in base al loro ruolo e al comportamento, in Belli (gli Arlecchini, il Dottore e il Soldato, la Tota e il Monsù) e Brutti (Il Pajaso e le coppie di Vecchi e Vecchie). Tutti hanno delle maschere costruite con materiali di ricupero, neutre e bianche per i Belli e spaventevoli per i Brutti. La tradizione vuole che siano segreti gli interpreti mascherati, un tempo tutti ragazzi maschi anche nei ruoli femminili.
L’ingresso dei personaggi avviene in corteo. Tutti insieme, sempre al seguito della banda e della “Marcia delle Barbuire”, Belli e Brutti compiono un percorso attraverso i vicoli e i cortili della borgata intrattenendo e molestando il pubblico con scherzi irriverenti e un comportamento trasgressivo. Dopo aver visitato l’abitato, con eventuali situazioni tragicomiche a sorpresa, le Barbuire scendono al prato dove si concretizza il rito ancestrale del sacrificio simbolico di un gallo. L’animale (oggi rigorosamente finto) è appeso a un ramo e tutti provano a tagliargli la testa, senza però riuscirci, poiché solo il Pajasso è autorizzato a decapitarlo per rinnovare il sacrificio e le speranze di una buona stagione. Dopo l’entusiasmo generale, inizia una baraonda che coinvolge tutti con scherzi e balli.
La festa:
Carnevale
domenica “grassa” di febbraio
Caratteristiche
- Carlevè dou Lieut
Nome in lingua minoritaria - Maschere belle: gli Arlecchini, il Dottore il Soldato, la Tota e il Munsu. Maschere brutte: Il Pajasso, le coppie di Vecchi e Vecchie.
Ruoli rituali - Il gallo legato al bastone del Pajasso.
Oggetti rituali - Maschere bianche ed abiti eleganti per le maschere belle, maschere spaventevoli con elementi naturali e abiti sgualciti per le maschere brutte.
Abiti tradizionali - Balli tradizionali sulle note de “La marcia delle Barbuire”.
Danza tradizionale - Il pane delle Barbuire, pane dolce di farina 0 con elementi tipici come noci, uvetta, burro.
Cibo della festa
Carlevè dou Lieut
I personaggi, in patois locale appunto “Le Barbuire”, sono assai originali e si dividono, in base al loro ruolo e al comportamento, in Belli e Brutti. Tutti hanno delle maschere costruite con materiali di recupero, neutre e bianche per i Belli e spaventevoli per i Brutti. La tradizione vuole che siano segreti gli interpreti mascherati, un tempo tutti ragazzi maschi anche nei ruoli femminili.
Gli elementi della festa
- Ruoli e soggetti
- Oggetti ed elementi rituali
- Luoghi
- Storia e attualità
- Musica
- Info e indicazioni pratiche
Il Pajasso |
I Vecchi e le Vecchie |
Gli Arlecchini |
La tòta e il Munsù |
Il dottore |
Il Soldato |
Il Pajasso
Vestito di pelli e imbottito di paglia (in piemontese ”paja”, da cui l’origine del nome), ha l’aspetto di un selvaggio animale. Sulla testa, fra i lunghi peli, spuntano due corna; ai piedi calza zoccoli e, legato ad una gamba, porta il campanaccio di una capra con cui, assieme alle sue urla, richiama l’attenzione delle maschere irriverenti. In mano ha un lungo bastone a cui è legato il gallo.
I Vecchi e le Vecchie
Sono vestiti di stracci, sporchi e malconci per avere un aspetto il più possibile repellente e pauroso. La cosa importante è rendersi irriconoscibili per poter commettere ogni sorta di scherzo! Le coppie più scalmanate possono anche rotolarsi insieme in fango e neve catturando l’attenzione dei presenti. Accade spesso che qualche vecchio si senta male, costringendo il dottore ad intervenire.
Gli Arlecchini
Sulla testa hanno un lungo cappello bianco a forma di cono, ornato con una gran quantità di fiori e filamenti di vari colori. Camicia e pantaloni sono bianchi, con una fascia blu o rossa che scende trasversalmente sul petto e sulla schiena. Si intrattengono spesso in danze e si muovono con grazia. Il loro compito è quello di aprire la sfilata dei belli, mantenendo l’ordine tra le maschere.
La tòta e il Munsù
La tòta è una signorina elegante, con cappotto e calze non proprio trasparenti, per nascondere le gambe maschili di colui che la interpreta; sulla testa porta un foulard e un cappello raffinato per celare la propria identità. E’ accompagnata dal monsù, un signore distinto con cappello e cappotto, simbolo della borghesia, e insieme mostrano sempre stizza per gli scherzi scostumati delle coppie di vecchi.
Il dottore
Indossa abiti eleganti, mantello nero, una bombetta in testa; in una mano ha un bastone col manico ricurvo e nell’altra la borsa con i medicinali. Il dottore visita le barbuire ammalate, somministrando loro varie cure di cui solo il vino o la grappa risultano efficaci. Ultima risorsa per risuscitare la vittima, è sparare in aria un colpo di pistola.
Il soldato
Porta una divisa della cavalleria, un grande elmo e un foulard scuro, che copre i capelli e scende sotto il collo fino alla giacca. Ha con sè una sciabola da ufficiale e accompagna sempre il medico, scortandolo e portandogli la valigia del pronto soccorso. Nel rito finale, appende il gallo all’albero e con la spada tenta invano di tagliargli la testa, per poi essere imitato con scherni dai vecchi e, infine, dal Pajasso.
Durante tutto il corteo un gallo viene portato dal Pajasso legato al suo bastone. Giunti nel prato dove si realizza la gran festa finale, il gallo viene appeso ad un albero e sacrificato. In passato il rito propiziatorio avveniva realmente e il povero gallo diventava la base per il brodo tra i giovani in borgata. Oggi il gallo è rigorosamente finto. Come in altri carnevali e riti alpini, il taglio della testa è del tutto simbolico e rimanda alla fine della stagione invernale per accogliere l’imminente primavera.
Il carnevale si svolge presso la frazione Laietto di Condove. Inizialmente il corteo delle maschere, partendo dalla stradicciola che costeggia la Chiesa Parrocchiale (senza però mai avvicinarsi per mantenere l’aspetto pagano della manifestazione), si snoda attraverso i viottoli e i cortili tra le case rustiche della borgata, per poi terminare in un grosso prato detto “El terahe”, il terrazzo in patois locale.
Situazione attuale
Il carnevale si svolge regolarmente dalla primavera 2010. Negli anni si sono rese necessari alcuni accorgimenti tecnici per migliorare la fruibilità della frazione ai fini della sicurezza pubblica, mantenendo comunque il più possibile l’originalità del rito. Il carnevale non si è svolto nel 2021 a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia covid: per l’occasione è stato prodotto comunque un video diffuso nei canali social ed internet ufficiali.
Info su
Laietto è una delle circa ottanta borgate di Condove, in provincia di Torino. Con i suoi 850 m di quota, era in passato un importante crocevia nella Valle del Sessi e punto di riferimento per le vicine borgate. E’ oggi abitata da una decina di residenti ed è raggiungibile tramite la S.P. 200 che dalla S.P. 24 conduce alla zona montana.
Il carnevale si svolge nella borgata attraverso un percorso tra viottoli e case, fino a giungere ad un grosso prato. La frazione è spesso ancora innevata nel periodo di carnevale e occorre salire con idoneo abbigliamento.
Trattandosi di una borgata montana con spazi limitati, il carnevale può essere organizzato con accesso a gruppi nel rispetto delle norme di sicurezza
Scopri il Carnevale del Lajetto
Libretto informativo stampato dall’Associazione Le Barbuire nel febbraio 2020 e diffuso gratuitamente per la promozione del territorio di Condove e dell’antico carnevale del Laietto