Condove
Carnevale delle Barbuire del Laietto Carlevè dou Lieut

la domenica “grassa” del carnevale

Condove
Carnevale delle Barbuire del Laietto Carlevè dou Lieut

febbraio, domenica “grassa”

Condove
Carnevale delle Barbuire del Laietto Carlevè dou Lieut

febbraio, domenica “grassa”

Condove
Carnevale delle Barbuire del Laietto Carlevè dou Lieut

febbraio, domenica “grassa”

Il Lajetto e le Barbuire

Tra le tradizioni culturali della montagna di Condove, nella bassa Valle di Susa, il Carnevale del Laietto è tra quelle che si perdono nella notte dei tempi. La sua realizzazione si era interrotta nei primi anni del dopoguerra, a causa dello spopolamento montano, per poi riprendere con continuità dal 2010 grazie all’Associazione culturale “Le Barbuire”.

I personaggi, in patois locale appunto “Le Barbuire”, sono assai originali e si dividono, in base al loro ruolo e al comportamento, in Belli (gli Arlecchini, il Dottore e il Soldato, la Tota e il Monsù) e Brutti (Il Pajaso e le coppie di Vecchi e Vecchie). Tutti hanno delle maschere costruite con materiali di ricupero, neutre e bianche per i Belli e spaventevoli per i Brutti. La tradizione vuole che siano segreti gli interpreti mascherati, un tempo tutti ragazzi maschi anche nei ruoli femminili.

L’ingresso dei personaggi avviene in corteo. Tutti insieme, sempre al seguito della banda e della “Marcia delle Barbuire”, Belli e Brutti compiono un percorso attraverso i vicoli e i cortili della borgata intrattenendo e molestando il pubblico con scherzi irriverenti e un comportamento trasgressivo. Dopo aver visitato l’abitato, con eventuali situazioni tragicomiche a sorpresa, le Barbuire scendono al prato dove si concretizza il rito ancestrale del sacrificio  simbolico di un gallo. L’animale (oggi rigorosamente finto) è appeso a un ramo e tutti provano a tagliargli la testa, senza però riuscirci, poiché solo il Pajasso è autorizzato a decapitarlo per rinnovare il sacrificio e le speranze di una buona stagione. Dopo l’entusiasmo generale, inizia una baraonda che coinvolge tutti con scherzi e balli.

La festa:
Carnevale
domenica “grassa” di febbraio

Caratteristiche

  • Carlevè dou Lieut
    Nome in lingua minoritaria
  • Maschere belle: gli Arlecchini, il Dottore il Soldato, la Tota e il Munsu. Maschere brutte: Il Pajasso, le coppie di Vecchi e Vecchie.
    Ruoli rituali
  • Il gallo legato al bastone del Pajasso.
    Oggetti rituali
  • Maschere bianche ed abiti eleganti per le maschere belle, maschere spaventevoli con elementi naturali e abiti sgualciti per le maschere brutte.
    Abiti tradizionali
  • Balli tradizionali sulle note de “La marcia delle Barbuire”.
    Danza tradizionale
  • Il pane delle Barbuire, pane dolce di farina 0 con elementi tipici come noci, uvetta, burro.
    Cibo della festa

Carlevè dou Lieut

I personaggi, in patois locale appunto “Le Barbuire”, sono assai originali e si dividono, in base al loro ruolo e al comportamento, in Belli e Brutti. Tutti hanno delle maschere costruite con materiali di recupero, neutre e bianche per i Belli e spaventevoli per i Brutti. La tradizione vuole che siano segreti gli interpreti mascherati, un tempo tutti ragazzi maschi anche nei ruoli femminili.

Gli elementi della festa

 
Carnevale Lajetto pajasso_ValentinaAtzori
Carnevale Lajetto- vecchio_ValentinaZan
Carnevale Lajetto - _arlecchini_GiorgiaAllais
Carnevale Lajetto - maschere_TatianaGentz
CarnevaleLajetto_corteo_IsabellaAtzori
CarnevaleLajetto_corteo_IsabellaAtzori
Il Pajasso
I Vecchi e le Vecchie
Gli Arlecchini
La tòta e il Munsù
Il dottore
Il Soldato

Il Pajasso

 

Vestito di pelli e imbottito di paglia (in piemontese ”paja”, da cui l’origine del nome), ha l’aspetto di un selvaggio animale. Sulla testa, fra i lunghi peli, spuntano due corna; ai piedi calza zoccoli e, legato ad una gamba, porta il campanaccio di una capra con cui, assieme alle sue urla, richiama l’attenzione delle maschere irriverenti. In mano ha un lungo bastone a cui è legato il gallo.

I Vecchi e le Vecchie

Sono vestiti di stracci, sporchi e malconci per avere  un aspetto il più possibile repellente e pauroso. La cosa importante è rendersi irriconoscibili per poter commettere ogni sorta di scherzo! Le coppie più scalmanate possono anche rotolarsi insieme in fango e neve catturando l’attenzione dei presenti. Accade spesso che qualche vecchio si senta male, costringendo il dottore ad intervenire.

Gli Arlecchini

Sulla testa hanno un lungo cappello bianco a forma di cono, ornato con una gran quantità di fiori e filamenti di vari colori. Camicia e pantaloni sono  bianchi, con una fascia blu o rossa che scende trasversalmente sul petto e sulla schiena. Si intrattengono spesso in danze e si muovono con grazia. Il loro compito è quello di aprire la sfilata dei belli, mantenendo l’ordine tra le maschere.

La tòta e il Munsù

La tòta è una signorina elegante, con cappotto e calze non proprio trasparenti, per nascondere le gambe maschili di colui che la interpreta; sulla testa porta un foulard e un cappello raffinato per celare la propria identità. E’ accompagnata dal monsù, un signore distinto con cappello e cappotto, simbolo della borghesia, e insieme mostrano sempre stizza per gli scherzi scostumati delle coppie di vecchi.

Il dottore

Indossa abiti eleganti, mantello nero, una bombetta in testa; in una mano ha un bastone col manico ricurvo e nell’altra la borsa con i medicinali. Il dottore visita le barbuire ammalate, somministrando loro varie cure di cui solo il vino o la grappa risultano efficaci. Ultima risorsa per risuscitare la vittima, è sparare in aria un colpo di pistola.

Il soldato

Porta una divisa della cavalleria, un grande elmo e un foulard scuro, che copre i capelli e scende sotto il collo fino alla giacca. Ha con sè una sciabola da  ufficiale e accompagna sempre il medico, scortandolo e portandogli la valigia del pronto soccorso. Nel rito finale, appende il gallo all’albero e con la spada tenta invano di tagliargli la testa, per poi essere  imitato con scherni dai vecchi e, infine, dal Pajasso.

Durante tutto il corteo un gallo viene portato dal Pajasso legato al suo bastone. Giunti nel prato dove si realizza la gran festa finale, il gallo viene appeso ad un albero e sacrificato. In passato il rito propiziatorio avveniva realmente e il povero gallo diventava la base per il brodo tra i giovani in borgata. Oggi il gallo è rigorosamente finto. Come in altri carnevali e riti alpini, il taglio della testa è del tutto simbolico e rimanda alla fine della stagione invernale per accogliere l’imminente primavera.

Il carnevale si svolge presso la frazione Laietto di Condove. Inizialmente il corteo delle maschere, partendo dalla stradicciola che costeggia la Chiesa Parrocchiale (senza però mai avvicinarsi per mantenere l’aspetto pagano della manifestazione), si snoda attraverso i viottoli e i cortili tra le case rustiche della borgata, per poi terminare in un grosso prato detto “El terahe”, il terrazzo in patois locale.

Non vi sono evidenze storiche dell’origine del carnevale. Trattandosi di un rito pagano, non veniva infatti registrato ufficialmente nei documenti religiosi di cui c’è ancora oggi traccia. Le testimonianze in possesso dell’Associazione “Le Barbuire” riportano agli anni ’50, con alcune fotografie scattate all’epoca, dove è possibile riconoscere le principali maschere, e con alcune testimonianze orali di anziani del posto, oggi trascritte.

Situazione attuale

Il carnevale si svolge regolarmente dalla primavera 2010. Negli anni si sono rese necessari alcuni accorgimenti tecnici per migliorare la fruibilità della frazione ai fini della sicurezza pubblica, mantenendo comunque il più possibile l’originalità del rito. Il carnevale non si è svolto nel 2021 a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia covid: per l’occasione è stato prodotto comunque un video diffuso nei canali social ed internet ufficiali.

 

Info su

www.facebook.com/barbuirewww.barbuire.blogspot.com

Carnevale Lajett-logo_barbuire

La “Marcia delle Barbuire” è un pezzo del secolo scorso, di cui è stato fortunosamente ritrovato lo spartito originale. Un tempo suonata dalla banda musicale del posto, è oggi riproposta dai suonatori al carnevale, come base musicale delle danze delle maschere e del pubblico.

Laietto è una delle circa ottanta borgate di Condove, in provincia di Torino. Con i suoi 850 m di quota, era in passato un importante crocevia nella Valle del Sessi e punto di riferimento per le vicine borgate. E’ oggi abitata da una decina di residenti ed è raggiungibile tramite la S.P. 200 che dalla S.P. 24 conduce alla zona montana.

Il carnevale si svolge nella borgata attraverso un percorso tra viottoli e case, fino a giungere ad un grosso prato. La frazione è spesso ancora innevata nel periodo di carnevale e occorre salire con idoneo abbigliamento.

Trattandosi di una borgata montana con spazi limitati, il carnevale può essere organizzato con accesso a gruppi nel rispetto delle norme di sicurezza

www.barbuire.blogspot.com
www.facebook.i/barbuire

Scopri il Carnevale del Lajetto

Libretto informativo stampato dall’Associazione Le Barbuire nel febbraio 2020 e diffuso gratuitamente per la promozione del territorio di Condove e dell’antico carnevale del Laietto

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