Gli Imperdibili della Valsusa
La Valsusa ti può offrire molto, sarai sorpreso dalle nostre proposte!
Eccellenze culturali e particolarità dei nostri prodotti tipici, passando per alcune delle esperienze che potrai vivere seguendo le orme della storia o andando alla scoperta della nostra Valle in a piedi o in bicicletta…
Scegli tra i nostri imperdibili e continua la scoperta della Valsusa!
Gli imperdibili del turismo culturale in ValSusa
La Sacra di San Michele a Sant’Ambrogio di Torino.
Sulla vetta del monte Pirchiriano svetta l’imponente struttura della Sacra di San Michele, monumento faro della Valle di Susa, simbolo della Regione Piemonte e uno dei più importanti monumenti romanici europei, centro della cultura monastica. Il complesso abbaziale La Sacra è sicuramente imperdibile, perché presidia dalla sua altura la nostra valle, ma anche perché raccoglie l’essenza della Valle.
Meritano sicuramente Il Sepolcro dei Monaci e la Porta di Ferro, che dà accesso al complesso; da non perdere la parte absidale della chiesa, caratterizzata dalla Loggia dei Viretti e considerata una tra le migliori logge absidali dell’Italia romanica.Ma non solo.Colpisce i visitatori lo Scalone dei Morti, così detto poiché nelle ampie nicchie che si aprono lungo le pareti si conservavano gli scheletri di monaci, e alla sua sommità si trova il Portale dello Zodiaco, opera del Maestro Nicolò, che allude ai pericoli e alle insidie della vita terrena, all’interno del quale si ritrovano i simboli dei segni zodiacali.
La Sacra di San Michele è anche fonte di leggende, da quella che attribuisce la costruzione agli Angeli e a San Michele, alla leggenda della Bell’Ada, secondo la quale una fanciulla si gettò nel vuoto per sfuggire alla violenza dei soldati ma fu salvata dagli angeli. Si narra poi che la ragazza ritentò la prova ma gli angeli, per punire la sua superbia, la lasciarono cadere ai piedi del monte Pirchiriano.
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Susa Romana
L’importanza di Susa nel periodo romano è suggellata dagli importanti monumenti dell’epoca. E’ imperdibile l’Arco di Augusto, realizzato con il marmo delle cave di Foresto nel 9-8 a.C., per sancire l’alleanza fra Roma e il re locale Cozio. Ma non solo, la Susa romana ha di più. E’ possibile ammirare le rovine dell’antico castrum e l’acquedotto i cui archi sovrastano la roccia coppellata. Da segnalare inoltre la sottostante piazza Savoia, dove sono visibili i resti del tempio del foro, emersi durante i lavori di sistemazione della piazza: su questa prospetta la Porta del Paradiso, unica porta urbica di epoca romana ancora conservata. Ma c’è molto altro e di più, come l’Anfiteatro romano di Segusio che si trova a sud del centro antico, tra la strada S. Francesco e la strada della Consolata: è di piccole dimensioni, ma conserva il muro perimetrale dell’arena, con i carceres ed un corridoio perimetrale voltato, e parte delle gradinate in pietra, fortemente reintegrate.
Abbazia della Novalesa
Imperdibile è anche l’Abbazia benedettina dei SS. Pietro e Andrea, in Novalesa, conosciuta come l’Abbazia della Novalesa.
Il complesso abbaziale fu fondato nel 726 da Abbone, governatore della Moriana e di Susa, ed è situata lungo un’importante via di pellegrinaggio: la Via Francigena. In epoca carolingia (IX secolo) l’abbazia raggiunse il suo massimo splendore accogliendo più di cinquecento monaci e divenne nei secoli sempre più potente, importante anche grazie alla famosa biblioteca in cui i monaci amanuensi trascrivevano e miniavano codici. Nel X secolo l’Abbazia venne distrutta ad opera dei saraceni, ricostruita nel 1710 e restaurata nel 1890, ma le mura perimetrali sono ancora quelle originali, sulle quali si può ancora ammirare ad esempio l’affresco che rappresenta Santo Stefano, risalente all’XI secolo. Nel parco dell’Abbazia è possibile vedere 4 cappelle medievali dedicate a San Salvatore, San Michele (conosciuta anche come cappella di San Pietro), Santa Maria Maddalena (contenente un dipinto raffigurante Maria con il Santo Graal) e Sant’Eldrado (importante perché al suo interno si conservano affreschi dell’XI secolo rappresentanti la vita di Sant’Eldrado e di San Nicola). Da non perdere il Museo Archeologico dell’Abbazia.
Grand Pertus
ICuriosità imperdibile è il “Grand Pertus”, un tunnel di circa 400 metri di lunghezza scavato in solitaria da Colombano Romean, un cittadino di Chiomonte tra il 1526 e il 1533 per portare l’acqua dal vallone della Clarea ai versanti delle borgate Ramats di Chiomonte e Cels di Exilles. Scavata nella roccia alle pendici dei Quattro Denti, a circa 2000 metri di quota, è una vera esperienza attraversarlo, nei mesi di minore portata d’acqua, mediante l’utilizzo di torce e con abbigliamento e calzature adeguate.
Gli imperdibili dell’Enogastronomia
L’Avanà, Eigovitto e il Vino del Ghiaccio
Nella Valsusa ce un vitigno autoctono ed unico al mondo. E l’Avanà. Le vite si coltivano sui pendii della zona tra Chiomonte e Giaglione. E un vino dal colore rosso rubino chiaro, dal profumo fresco ed ffruttato. Raramente viene vinificato in purezza, e vien unito ad altre uve nere locali come il Becouet e il Barbera. Con le vinacce del’Avanà si produce un preziosa e particolare acquavite, l’Eigovitto, che seppur è difficile da trovare, la sua altissima qualità, merita ricercarlo.
Imperdibile è anche il Vino del Ghiaccio di Chiomonte, un vino dolce da dessert, prodotto da grappoli lasciati sui tralci fino alle prime gelate invernali
Toma del lait brusc
La Valle di Susa presenta una produzione di formaggi varia e diversificata, ma anche con stuzzicanti particolarietà. La toma del lait brusc è un formaggio particolare, frutto da un processo di acidificazione lungo fino a 48 ore, dove li viene privata la parte grassa che si approfitta per la produzione del burro. Un altro prodotto, molto gustoso è il Seirass, ovvero la ricotta che si produce con il latte delle mucche che pascolano negli alpeggi.
E non solo, sono imperdibili il Plaisentif, noto anche come formaggio delle viole e il formaggio a crosta rossa, frutto del trattamento ad acqua e sale della superficie. Ma non dimenticare anche il murianeng, toma d’alpeggio di grandi dimensioni che si fa con l’unione del latte di mungitura del mattino a quello della sera.
Canestrelli
I dolci della Valsusa sono parte della tradizione. Sono imperdibili i Canestrelli di Vaie, dal profumo aggrumato e anche i Canestrelli di San Giorgio a base di cacao e vino rosso, cotti a fuoco vivo con delle piastre dai decori particolari.
E anche da non lasciare degustare le paste di meliga di Sant’Ambroggio e il Pan ed meliga di Chiusa San Michele.