Giornate Fai di primavera 2021 in Valle di Susa. 15 e 16 maggio ad Avigliana
Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi sabato 15 e domenica 16 maggio 2021 ad Avigliana.
E da domenica 16 maggio piazza Conte Rosso diventa pedonale tutte le domeniche fino al 26 settembre.
In occasione della 29esima edizione delle giornate Fai di primavera di sabato 15 e domenica 16 maggio 2021 si inaugura anche la chiusura domenicale di piazza Conte Rosso di Avigliana.
Da domenica 16 maggio a domenica al 26 settembre 2021, dalle 8 alle 23, la piazza del municipio di Avigliana diventa infatti area pedonale.
Anche quest’anno la manifestazione di piazza del Fai, il più importante evento dedicato al patrimonio culturale che celebra arte, storia e natura, torna a coinvolgere gli italiani grazie all’apertura di 600 luoghi in 300 città e 19 Regioni, visitabili in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti.
I posti disponibili sono limitati; prenotazione obbligatoria sul sito www.giornatefai.it entro le ore 21 del giorno precedente la visita.
Le Giornate Fai sono un’occasione per conoscere l’inestimabile patrimonio culturale d’Italia e un momento d’incontro tra il Fai e gli italiani. Chi deciderà di partecipare contribuirà ad aiutare la Fondazione a portare avanti la sua missione e a compiere tanti altri “miracoli” di cui essere orgogliosi. Per prenotarsi e prendere parte all’iniziativa è richiesto un contributo minimo di 3 €.
Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il Fai con contributi di importo maggiore oppure attraverso l’iscrizione annuale – sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento – o ancora con l’invio di un sms solidale al numero 45586, attivo dal 6 al 23 maggio 2021.
La Delegazione Fai della Valle di Susa ha scelto di puntare i riflettori su Avigliana, dove si terranno le visite guidate a cura dei narratori Fai e degli “Apprendisti Ciceroni®”, vale a dire gli studenti del locale Istituto “Galileo Galilei” a indirizzo turistico che nei mesi passati si sono preparati per vivere questa stimolante esperienza. Inoltre, alla Palude dei Mareschi sarà presente un accompagnatore naturalistico messo a disposizione dal Comune e alla chiesa di Sant’Agostino i volontari Fai saranno supportati da quelli dell’associazione Amici di Avigliana.
I visitatori troveranno gli stand Fai in corrispondenza di ognuno dei quattro luoghi oggetto delle visite.
La giornata, che gode del patrocinio e della collaborazione del Comune di Avigliana, è resa possibile grazie alla disponibilità dell’Istituto “Galileo Galilei” di Avigliana, dell’Asl To3, dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, dei Salesiani Don Bosco della Madonna dei Laghi; al supporto della Croce Rossa Comitato di Villardora, dell’associazione Amici di Avigliana e della tipografia Melli di Borgone Susa.
Le aperture delle Giornate Fai di Primavera 2021 ad AVIGLIANA
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Parco Naturale Laghi di Avigliana – Palude dei Mareschi
Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, visite ore 10, 11, 15 e 16
La palude dei Mareschi è l’area umida più occidentale d’Italia, situata a nord-ovest del Lago Grande di Avigliana.
Raccoglie le acque in uscita attraverso il Canale della Naviglia ed è un ambiente rinaturalizzato dove la presenza dell’uomo s’interseca con una natura prorompente. In quest’area nidificano molte specie di uccelli, tra cui porciglioni, gallinelle d’acqua e aironi, e si possono ammirare poiane, falchi di palude e nibbi. Sul lato est della zona palustre si trovano i resti della Nobel di Avigliana, la più importante fabbrica di esplosivi degli anni ’40 e uno degli esempi più interessanti di architettura industriale d’inizio secolo.
Fu teatro di bombardamenti e azioni partigiane durante la Seconda Guerra Mondiale, per chiudere poi negli anni Sessanta.
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Chiesa di S. Agostino e Bosco del Monte Piocchetto
Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18
La chiesa attuale si trova a ridosso dell’ospedale di recente costruzione. Una significativa parte del complesso della chiesa è stata purtroppo nascosta da strutture di servizio.
Già esistente nel 1047 e parrocchia nel 1368, era allora dedicata ai SS. Giacomo e Filippo. L’edificio originario, eretto in stile romanico, era già di forme gotiche nel 1368 ed era dotata di un chiostro, oggi integrato nella struttura sanitaria.
Fu ricostruita e intitolata a S. Agostino nel 1551, anno in cui venne anche edificato l’attuale campanile (che però alcuni critici vogliono Quattrocentesco). Danneggiata da secoli di incuria, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 venne totalmente rimaneggiata in stile eclettico dall’architetto Carlo Ceppi. All’interno, nel secondo altare della navata sinistra, è stato collocato un pregevole, per quanto frammentario, affresco quattrocentesco raffigurante l’Adorazione del Bambino. Al fondo della navata sinistra è conservato uno dei rari esempi di scultura rinascimentale presenti a Torino, il sepolcro di Cassiano dal Pozzo di Reano.
Alle spalle della chiesa si può ammirare il bosco di monte Piocchetto; è ancora oggi ben visibile il muro di cinta e il tradizionale percorso degli alberi che formavano una viale.
La chiesa di Sant’Agostino è stata candidata a Luogo del Cuore 2021 raccogliendo oltre 3200 voti.
La visita porterà alla conoscenza non solo della storia della chiesa e del convento ma anche dei progetti futuri che vogliono rendere questo sito uno spazio multiculturale, aperto alla città e agli abitanti.
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Santuario della Madonna dei Laghi
Apertura sabato 15 maggio dalle 10 alle 16 e domenica 16 maggio, ore 10:30 e dalle 13 alle 17
Il Santuario della Madonna dei Laghi sorge sul Lago Grande e fu costruito tra il 1622 e il 1642 sul luogo dove si trovava un pilone votivo raffigurante l’immagine di una Madonna del latte.
L’edificio fu progettato dall’architetto Nicola Ramelli. L’onere della fabbrica fu sostenuto dai duchi di Savoia. Al contempo il santuario fu oggetto delle attenzioni del cardinale Maurizio di Savoia, che decise di abbellire l’aula di preghiera donando una serie di dipinti di alcuni degli artisti più importanti dell’Italia del primo Seicento.
Il complesso fu affidato dal 1622 al 1800 ai Padri Cappuccini e attualmente ospita i Salesiani, insediativisi nel 1892. L’interno è dominato dal polittico di primo Cinquecento dell’altare maggiore, raffigurante l’Annunciazione tra i Santi Rocco e Sebastiano, opera di Defendente Ferrari e allievi. Sempre all’interno si segnalano il San Maurizio riceve la palma del martirio di Guido Reni, una copia della Madonna dei Pellegrini del Caravaggio, il San Michele Arcangelo del cremonese Antonio Maria Viani, il San Francesco in adorazione del Crocifisso attribuito al saluzzese Carlo Vacca, la Visione di San Felice da Cantalice di scuola del Beaumont, due tele di Charles Dauphin dedicate ad episodi delle vite di San Francesco d’Assisi e di Antonio da Padova, una copia della Vergine con il Bambino tra i Santi Francesco, Antonio e Stefano di Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, una tela di primo Seicento raffigurante Gesù avvolto nella Sindone e la grande decorazione della cupola con l’Incoronazione della Vergine dipinta su cartone nel 1752 da Bernardino Galliari, pittore e scenografo del Teatro Regio di Torino.
Tra gli arredi scolpiti spiccano il tabernacolo dell’altare maggiore in ebano, tartaruga e ottone del 1666, gli altari laterali eseguiti tra il 1713 e il 1715 da Francesco Crotti di Torino e il monumento funebre di Ludovico Provana, opera in marmi pregiati eseguita da Giuseppe Maria e Giovanni Domenico Carlo nel 1666.
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Chiesa di San Bartolomeo – Riservata agli iscritti Fai
Apertura sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18
La località San Bartolomeo è stata sede di un antico nucleo monastico benedettino che dipendeva dall’abbazia della Chiusa (Sacra di San Michele).
Il complesso pare avere origine alla fine del sec. XII e presenta ancora tracce di epoca romanica cui risale il campanile e il primitivo ingresso a nord, ora tamponato.
Su di esso si sono inseriti elementi gotici dovuti ai rimaneggiamenti intervenuti nel Duecento e Trecento. Nella seconda metà del XV secolo venne intonacata internamente e affrescata a opera di artisti influenzati dal gotico internazionale, si ipotizza la scuola dei Serra o Amedeo Albini. Tra il XVI e il XVII secolo il complesso fu di proprietà del Seminario di Giaveno e assunse un uso agricolo, mentre la chiesa andava in rovina.
Tra XVIII e XIX secolo fu venduto a privati, perse la funzione religiosa e fu trasformato in fienile. Cadde la parte alta del campanile e l’edificio fu soppalcato. Nel XX secolo vennero compiuti i primi interventi di consolidamento e di parziale pulitura degli affreschi. Recentemente è divenuta di proprietà comunale. Il restauro architettonico e degli affreschi è terminato a settembre 2015.