Castelli e fortificazioni in Valle di Susa
un patrimonio storico e architettonico

Castelli e Fortificazioni in Valle di Susa

Ogni paese della Valle di Susa vanta la presenza di almeno un castello nei propri confini di pertinenza, segno della storia e dell’importanza strategica della valle.

Dagli edifici di epoca medievale a quelli più esteticamente armoniosi grazie alle migliorie apportate nel Settecento, la Valle di Susa offre un patrimonio storico e architettonico che non ha nulla da invidiare a siti ben più famosi.
La maggior parte dei castelli risale ai secoli compresi tra il 1000 e il 1300, il cosiddetto periodo dell’“incastellamento”.

Molti sono ancora ben conservati ed è possibile visitarli quasi interamente (Casaforte di Chianocco, Casaforte di Menolzio), altri invece hanno vissuto diversi eventi bellici che li hanno rasi al suolo o parzialmente distrutti, altri ancora sono stati trasformati in palazzi signorili come il Castello di Bruzolo oppure profondamente restaurati per usi civili (Castello della Contessa Adelaide, Castello di San Giorio di Susa) o per ragioni militari (Forte di Exilles).

Meritano particolare menzione anche il Castello dei Conti Cays e di Camerletto a Caselette, il Ricetto di San Mauro ad Almese, il Castello e la torre dell’Orologio di Avigliana, così come il Palazzo abbaziale di Sant’Ambrogio di Torino, strettamente legato alla storia della Sacra di San Michele, e la residenza feudale di epoca medievale del Castello di Villar Dora, che sorge su di una piccola collina rocciosa in centro al paese ed ad oggi una delle fortezze meglio conservate in Valle di Susa.

Castello della Contessa Adelaide di Susa

Castello della Contessa Adelaide

Scopri il calendario ESTATE 2022 “Un castello di Eventi”

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A Susa, in pieno centro storico a fianco del celebre Arco di Augusto di epoca romana, sorge il meraviglioso Castello, uno dei più antichi della Valle di Susa. Il nome rimanda alla Contessa Adelaide di Susa, che qui nacque e che nell’XI secolo portò la città e le terre circostanti, compreso il Passo del Moncenisio, nell’orbita di Casa Savoia.
L’aspetto attuale del Castello deriva dalla ristrutturazione del 1750, avvenuta in occasione delle nozze tra Carlo Emanuele III e Maria Antonia, mentre dell’antica struttura medievale rimangono soltanto le bifore e le caditoie (feritoie da cui si lanciavano i sassi) sulle pareti che si affacciano sul centro storico.
Dopo essere stato dimora di Adelaide, lo è stato anche dei suoi discendenti e tra il 1213 e il 1214 ha visto anche la presenza di San Francesco d’Assisi, di passaggio durante un viaggio verso la Francia. Circa quattrocento anni dopo, anche Luigi XIII e il cardinale Richelieu vi hanno soggiornato a lungo.
Caduto progressivamente in abbandono, agli inizi del 1800, in seguito ad un decreto napoleonico, il Castello di Adelaide è stato tolto ai sabaudi ed affidato alla municipalità con l’obbligo di destinarlo alle scuole, intento che durò per oltre 150 anni. Un uso che ha modificato notevolmente il palazzo, che oggi è sede del Museo Civico.
Oggi gli edifici hanno l’aspetto di un complesso a “L”, con una manica est, rivolta verso la città vecchia e datata al X-XI secolo che conserva alcune emergenze architettoniche medievali, e una manica nord in tipico stile settecentesco, la cui grande sala di rappresentanza al primo piano è stata restaurata.
Se passate da Susa dovete assolutamente visitare questo palazzo ricco di storia e caratterizzato da un’architettura mista che vi farà brillare gli occhi.

​Info

Orario di visita: venerdì-domenica, ore 10-13, 14-18; fino al 27 settembre 2020
Indirizzo Via al Castello 14, 10059, Susa (TO)
Tel +39 0122.622694 – 3409346762
Email castellosusa@gmail.com
Social @castellosusa: instagram facebook e twitter 

Torre e Ricetto di San Mauro

Il primo documento riguardante il ricetto di San Mauro risale al 1029, anno in cui il Marchese di Torino Olderico Manfredi dona un terzo dei suoi possedimenti valsusini all’Abbazia di San Giusto in Susa, inclusa la “curtis” di San Mauro.

Verso la fine del XIII secolo la curtis viene trasformata in “castrum” (borgo fortificato) e adibita a semplice residenza agricola, mentre il campanile diventa la torre che ancor oggi vediamo, che è anche la parte meglio conservata del borgo.

Dell’antico campanile alto 26 metri resta la suddivisione in sette piani, collegati da una scala sino alla sommità panoramica, mentre la guglia piramidale fu sostituita da una parte sopraelevata e merlata. La chiesa, che sorge alla sinistra del campanile, divenne il magazzino per la raccolta dei prodotti agricoli.

L’attuale ponte in muratura sostituisce quello antico del XVII secolo, costruito dove prima esisteva il ponte levatoio, risalente al periodo delle fortificazioni del XIII secolo. Del fossato che circondava tutto il borgo, tranne il lato Ovest, dove era stato costruita una base realizzata con riporto di terra trattenuto da un muro di scarpa, resta visibile solo la parte Nord Ovest.

Una leggenda narra che alla fine del XIX secolo, a nord della Torre di San Mauro fu rinvenuta una pergamena nella quale si accennava ad un tesoro nascosto in una galleria proveniente da ponente e che arrivava fin sotto la torre. Convinto della veridicità dello scritto, lo spaccapietre che la trovò durante i lavori di restauro scavò per circa 16 metri senza esito dal 1913 al 1918, anno della sua morte. Gli eredi, poco convinti del fatto, bruciarono la pergamena in modo che nessuno fosse più tentato da simili imprese.

Oggi la Torre e il Ricetto di Almese sono diventati uno spazio espositivo e sede di eventi culturali, non potete assolutamente perderveli!

Info

Indirizzo Borgata San Mauro 4, 10040, Almese
Aperture e visite al pubblico: Gestiste da FIE Piemonte: tel. 3382011184 | info@fiepiemonte.it
Mostre e eventi Ricetto per l’arte: Associazione Culturale Cumalè | cumale.ass@gmail.com |
Tel. 328 9161 589
Ufficio Cultura | Comune di Almese: Tel +39 011.9350201 |Email cultura@comune.almese.to.it
 

Castello Arduinico di Avigliana

Il castello di Avigliana che si erge alle pendici settentrionali del monte Pezzulano fu eretto dopo la sconfitta dei saraceni che attaccavano la Valle di Susa.

In seguito la fortificazione fu consolidata quale residenza per il controllo sui territori che si aprivano verso Torino.

Dopo il 1418 il castello fu abbandonato e quindi adibito ad avamposto fortificato all’imbocco della valle.

Fu più volte distrutto dagli eserciti francesi fino al generale Catinat, che nel 1691 lo demolì completamente.

Rimane oggi visibile l’impianto delle mura esterne che conservano la forma ellittica, qualche resto delle torri di guardia e alcune camere interrate.

Info

Aperture al pubblico La risorsa è a cielo aperto ed è sempre visitabile.

Le visite guidate, sono possibili previa prenotazione. 

Ufficio Turistico di AVIGLIANA: Corso Laghi, 389 – 10051 Avigliana
+39 011.9311873 – Mobile: +39 371.1619930 – ufficioiat@turismoavigliana.it

Borgo Medievale di Sant’Ambrogio di Torino

Borgo Medievale di Sant’Ambrogio di Torino

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L’antico Borgo Medievale di Sant’Ambrogio conserva ancora alcuni resti delle mura fortificate dell’XI secolo e si sviluppa attorno all’attuale Piazza IV Novembre. Anticamente era protetto da due torri quadrate e da un’ampia cinta muraria, costruita a scopo difensivo con pietre e laterizi legati con strati di malta. La sua posizione strategica, ovvero lungo la Via Francigena, ne ha permesso il fiorente sviluppo commerciale, infatti abbondavano botteghe e locande, ed era inoltre presente un ospedale gestito da monaci per i pellegrini di passaggio. Oggi all’interno del borgo, in un cortile che si affaccia sulla via centrale, sono visibili i resti di un edificio con porticato che conserva ancora due splendide arcate e la parete esposta ad est con bifora decorata a pilastrini e capitelli. Della Torre civica, che misura 15 metri di altezza rimane ancora visibile parte della merlatura all’estremità più elevata, mentre dell’impianto originario della Chiesa di San Giovanni Vincenzo, oggi importante esempio barocco, non resta che l’imponente campanile in stile romanico risalente all’XI secolo. Poco distante lungo la mulattiera per la Sacra di San Michele, il castello abbaziale, sede amministrativa dell’abate amministrava il potere temporale, venne ridotto in rovina nel settecento a cura del generale Catinat, oggi è luogo di accoglienza

Info

Aperture al pubblico
La risorsa è a cielo aperto ed è sempre visitabile.

Forte di Exilles

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Il Forte di Exilles a un primo colpo d’occhio appare come maestoso ed imponente. Situato nel comune omonimo, era uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte. Venne impiegato a fasi alterne sia dai Savoia che dai francesi. La sua posizione al centro di una strettoia dell’alta Valle di Susa era davvero strategica, infatti lo rendeva una minaccia sia per gli eserciti che scendevano dall’alta valle che per quelli che risalivano dal fondo valle.

La pianta della roccaforte si presenta quadrangolare e con più torri, stalle e magazzini esterni, completamente diversa dalla piazzaforte solida e compatta di oggi. I primi padroni furono i conti di Albon, che la sfruttavano per proteggere militarmente la strada che, di loro proprietà, portava al Monginevro.

A fine 1400 diventa deposito di munizioni per i francesi di Carlo VIII, il quale fa allargare la porta principale per permettere il transito dei cannoni. Alla fine del XVI secolo viene assediato dalle truppe di Carlo Emanuele I di Savoia che, una volta conquistato, predispone ulteriori migliorie e lavori di rafforzamento della struttura. Dopo due anni torna in mano ai francesi fino al 1708, anno della riconquista da parte dei Savoia. Nel secolo di proprietà francese, vengono fatti ulteriori lavori di restauro e viene, inoltre, costruita la Rampa Reale, lunga un chilometro, che conduce all’ingresso principale.

Nel 1708, durante la Guerra di Secessione Spagnola, torna ai Savoia con Vittorio Amedeo II e con il Trattato di Utrecht viene stabilita l’appartenenza dell’intera Valle di Susa al neonato Regno di Sicilia. Con l’avvento di Napoleone Bonaparte il forte viene poi destinato alla demolizione; con il ritorno del Piemonte e della Savoia al Regno di Sardegna (ex Regno di Sicilia), sancito dal Congresso di Vienna del 1814, verrà poi riedificato riproponendo l’architettura preesistente aggiornandola solamente alle nuove esigenze militari.

Il forte diviene in seguito sede e guarnigione dell’omonimo Battaglione del 3° Reggimento Alpini, fino all’8 settembre 1943, data in cui viene abbandonato definitivamente dall’esercito. Nel 1978 si sono cominciati i lavori di restauro conservativo, grazie ai quali oggi è possibile visitare il forte in tuta la sua grandezza ed imponenza.

Nei secoli nacquero molte leggente intorno al Forte di Exilles, tra queste la più famosa è certamente quella relativa al personaggio misterioso qui rinchiuso nella seconda metà del 1600 e che potrebbe identificarsi con la Maschera di Ferro, ancora oggi ignoto.

L’architettura strabiliante, gli aneddoti e le leggende saranno fondamentali per la scoperta di questo magico luogo storico.

Info

Sito web https://www.comune.exilles.to.it/cultura-e-storia/il-forte-di-exilles/
Indirizzo Località Forte di Exilles, 10050, Exilles (TO)
Tel +39 0122.58151
Email info@comune.exilles.to.it

Vallo Alpino

Vallo Alpino

Il Vallo Alpino occidentale è un ampio e variegato sistema di fortificazioni a difesa del territorio Italiano confinante con la Francia, paragonabile alla Linea Sigfrido tedesca, alla Maginot francese o alla Rupnik in Jugoslavia.
L’edificazione iniziò nel 1931, per difendere i confini italiani da un eventuale attacco francese, creando una formidabile rete di sbarramenti in tutte le vallate che potevano essere attaccate da fanteria e mezzi corazzati.
Quattro moderne batterie furono costruite sul confine occidentale, per sbarrare la Valle di Susa con i forti:

  • Chaberton a Cesana,
  • Pramand a Salbertrand 
  • Paradiso e La Court al Moncenisio

particolarmente esposti ad eventuali invasioni francesi.

Ogni opera presentava quindi un sistema più o meno complesso di casematte e relative bocche da fuoco, per prevenire eventuali infiltrazioni nemiche nelle valli italiane. Queste casematte erano protette da spessi muri di cemento armato, cupole in acciaio, oppure erano scavate direttamente nella roccia (“in caverna”), in modo tale da renderle meno individuabili e meno soggette al fuoco nemico, ma sempre mimetizzate nel territorio. Tutte le strutture esposte in superficie erano per quanto possibile mascherate con zolle erbose e rocce incastonate nel calcestruzzo, oppure camuffate da baracche e ruderi.

Non furono molte le occasioni per cui la linea difensiva fu utilizzata, e nei primi giorni di guerra contro la Francia le fortificazioni non subirono la prova di fuoco, in quanto gli scontri si svolsero quasi interamente in territorio francese. Nei 15 giorni di durata della “battaglia delle Alpi”, nel 1940 entrambi gli schieramenti tennero un atteggiamento difensivo, fu poi Mussolini a decidere di passare all’attacco, chiedendo al Maresciallo Pietro Badoglio di mettere in atto l’offensiva lungo tutte le Alpi Occidentali.

Scoprire questo sistema di fortificazioni è sicuramente una eccellente motivazione per le passeggiate per i boschi e per le montagne della Valsusa. Oggi, però entrare ed esplorare queste fortezze richiede molta attenzione, sia per la posizione a volte difficile da raggiungere, sia perché esse sono spesso in uno stato di abbandono decennale e possono quindi essere buie, umide e talvolta pericolanti. Certo è che il fascino del passato di questi bunker e fortificazioni risalenti alla Grande Guerra arricchisce l’escursione dei turisti che si avventurano tra le montagne della Valle di Susa.

Info

Casaforte di San Didero

Casaforte di San Didero

Situata al centro dell’antico borgo, la struttura merlata denominata Casaforte è un esempio di architettura medievale del XIV-XV secolo, appartenuta ai Signori del luogo. Il fulcro della struttura è formato da un torrione quadrato affiancato da un alto muro merlato che costeggia la strada principale di accesso al paese. Una serie di scalette interne mette in comunicazione i vari piani: generalmente il primo fungeva da cucina, il secondo da abitazione del signore ed al terzo alloggiavano i pochi soldati della guardia. Dall’imponente portone si entra in quello che fu il cortile d’onore sul quale si affaccia la lobia (ballatoio in legno), da cui si accede direttamente dalla torre. Attorno alla torre sono state integrate nel tempo strutture che ne hanno incrementato il potere abitativo tramite scale interne che collegano i vari piani.
Recentemente è stata effettuata una completa ristrutturazione finalizzata al consolidamento delle strutture e all’adeguamento dei locali agli standard ricettivi, preservando le peculiarità storiche e le caratteristiche architettoniche del fabbricato.

Info

Indirizzo Via Roma 1, 10050, San Didero (TO)
Tel +39 011.9637388

 

Guide turistiche

LA VIA FRANCIGENA

Un viaggio alla scoperta di arte, natura e cultura della nostra Valle

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