Con il progetto “Integrarte” la Valle di Susa diventa un laboratorio di sperimentazione culturale
Sono nove i siti museali dislocati sull’intero territorio della Valle di Susa che partecipano al progetto “Integrarte” per il miglioramento dell’accessibilità ai servizi museali: il circuito del liberty di Bardonecchia, il Dinamitificio Nobel di Avigliana, il Museo Laboratorio della Preistoria di Vaie, il Museo Etnografico “C’era una volta una Latteria” di Chiusa San Michele, il Museo Archeologico dell’Abbazia di Novalesa, l’Ecomuseo Le Terre al Confine di Moncenisio e l’Ecomuseo Colombano Romean di Salbertrand, l’area archeologica di Susa, il percorso sindonico della Valle.
Il progetto, che ha come ente capofila il Centro Culturale Diocesano di Susa, è stato sviluppato con l’obiettivo di ampliare l’offerta attraverso il miglioramento dell’accessibilità agli spazi museali. Questo si traduce nell’impiego di tecnologie che trasformino il museo da luogo distante ed elitario in un indispensabile strumento di conoscenza e crescita per tutti: esso rimane il custode della narrazione ma, grazie agli strumenti tecnologici, il visitatore può accedere a una rete di rimandi, ad esempio, tra i beni, il territorio e l’epoca storica in cui sono stati prodotti, le motivazioni che ne hanno condizionato la nascita, il ruolo nel contesto.
Le nuove tecnologie consentono anche un ampliamento del pubblico, in particolare famiglie e bambini, giovani e giovani stranieri, diversamente abili. Infatti, facilitano l’integrazione tra la dimensione reale e quella digitale in uno spazio che diventa “intelligente”, il mondo fisico è connesso con il mondo delle informazioni per amplificarne la conoscenza ma anche e soprattutto la fruizione.
Grazie al progetto è stato possibile lo sviluppo dell’applicazione per tablet e smartphone (sia per il sistema Android sia iOS) Valle Susa Heritage che permette al visitatore di interagire con il sistema dei beni presenti sul territorio. L’app, mediante il protocollo Bluetooth, dialoga con dei beacon, piccoli dispositivi a batteria collocati nello spazio fisico. Questa tecnologia consente di trasmettere e ricevere messaggi entro brevi distanze con il beacon che funge da “presentatore” e la app da “ricevitore”. Grazie alle informazioni trasmesse da ciascun beacon, l’app, dopo averle lette, illustra il percorso di visita e narra gli oggetti presenti nel museo. L’integrazione del sistema di beacon all’interno di un’applicazione turistica, oltre a costituire uno dei primi casi in Italia, porta a innumerevoli possibilità legate alla fruizione di un percorso culturale /museale da parte di ipovedenti e non vedenti: sarà possibile, per esempio, guidare in tempo reale il visitatore, e il sintetizzatore vocale si attiverà automaticamente quando si avvicinerà al relativo oggetto.
Infine, da non sottovalutare la comodità dell’erogazione di contenuti anche quando si è off-line, quindi in mancanza di un collegamento a Internet.
Il progetto è stato realizzato grazie ai contributi della Regione Piemonte e della Fondazione CRT.